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Il sistema manterrebbe le sue attuali caratteristiche di universalità dell'accesso e di generalità delle prestazioni, la Regione le sue funzioni inalienabili di regolatore e finanziatore del sistema, il cittadino la libertà di scelta, la politica farebbe un passo indietro sulla gestione del servizio e la concorrenza tra erogatori garantirebbe qualità delle prestazioni e contenimento della spesa. Tutti contenti, dunque, tranne chi alimenta lo spreco.